02.04.2021 – 18.30 – Stando alla legge n.157/1992 sulle norme per la protezione della fauna omeoterma, è fatto divieto in tutto il territorio nazionale di ogni forma di “uccellagione e di cattura di uccelli e di mammiferi selvatici, nonché il prelievo di uova e piccoli nati”. A ricordarcelo è la LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli – del Friuli Venezia Giulia, che spiega a chi dovesse imbattersi in un animale selvatico in difficoltà, ferito, deceduto o che sia impossibile lasciar libero, le modalità di avviso per procedere al recupero da parte degli enti della regione Friuli Venezia Giulia, le Stazioni Forestali, i Vigili del Fuoco o le forze dell’ordine.
“Prima di richiedere il recupero di giovani animali selvatici è bene comprendere i loro comportamenti” spiega LIPU in una nota, “è utile sapere che nel corso della giornata i genitori si possono allontanare per procurarsi il cibo e in questi casi lasciano la loro prole nascosta per periodi più o meno lunghi”. Questo accade, ad esempio, nel caso del gabbiano reale o della cornacchia grigia, i cui giovani esemplari dopo aver lasciato il nido passano alcuni giorni a terra per imparare a volare, alimentati e sotto costante vigilanza dei genitori. In ogni caso, quindi, è meglio evitare di disturbarli o toccarli, per non incorrere nel rischio che vengano abbandonati o che, in attesa dei soccorsi, vengano colpiti da forte stress.
Nel caso in cui ci si dovesse imbattere in un animale ferito o morto a Trieste o dintorni, è possibile rivolgersi al recupero fauna selvatica ARCA, chiamando al numero 345 2556155, che è sempre attivo; al CRAS ENPA di via Marchesetti n. 10/4 con orario 8.00-20.00 oppure chiamando al numero 040 910600, dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 20.00. Infine, nel caso ci si imbattesse in rondoni, balestrucci o rondini, è consigliato rivolgersi al CRAS Liberi di volare in Strada di Fiume n. 527, con orario 8.00-20.00 chiamando al numero 345 5273513.
mb.r