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sabato, 19 Aprile 2025

Logistica e trasporti merci: anche in FVG due giorni di sciopero

29.03.2021 – 13.36 – Dopo lo sciopero dei treni, degli autobus, dei riders e infine degli addetti Amazon, stavolta è il settore della logistica e dei trasporti merci a fermarsi in segno di protesta: oggi, 29 marzo 2021, è stato infatti proclamato lo sciopero per il mancato rinnovo del contratto nazionale.
Man mano che alla crisi emergenziale Covid susseguirà quella economica, già preavvertita dalla primavera 2020, è probabile che si moltiplicheranno esponenzialmente proteste e scioperi in risposta ai “tagli” delle risorse e ai licenziamenti.
Stavolta lo sciopero è stato indetto dalle segreterie nazionali dei sindacati di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. La protesta durerà tutto lunedì 29 marzo per le imprese cui si applica il contratto logistica, trasporto merci e spedizioni, mentre invece verrà esteso a martedì 30 marzo per le imprese di autotrasporto non soggette alla legge 146/90 sulla regolamentazione degli scioperi nei servizi essenziali.

“Sarà solo l’inizio di una lunga serie di mobilitazioni e proteste – promettono i segretari regionali Valentino Lorelli (Filt-Cgil), Antonio Pittelli (Fit-Cisl) e Michele Cipriani (Uiltrasporti) – se le associazioni di categoria non manifesteranno una concreta apertura verso le rivendicazioni in primis economiche avanzate dai sindacati, che chiedono il giusto riconoscimento del grande impegno prestato dai lavoratori in questa lunga fase di emergenza Covid”.

“Un impegno decisivo per la tenuta del settore, chiamato a uno sforzo straordinario per garantire la tempestività degli approvvigionamenti alimentari, supportare il manifatturiero e soprattutto la continua crescita dell’e-commerce. Chiediamo segnali tangibili – concludono i segretari – non soltanto in termini di salario, ma anche di stabilizzazione dei rapporti di lavoro, in un settore caratterizzato da forte precarietà, da un diffuso dumping contrattuale e da livelli retributivi troppo bassi, anche a fronte di orari giornalieri che superano regolarmente le otto ore, da un altissimo ricorso al lavoro prefestivo e festivo e dal mancato riconoscimento degli straordinari”.

[i.v.]

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