19.03.2021-08.30 – È successo lunedì 15 marzo, nel bar di via Aquileia a Udine. La proprietaria non si spiega il motivo del perchè, all’imprenditore Pascal Venì, sia stata notificata una multa mentre attraversava la strada con un suo dipendente, dopo aver acquistato dei caffè d’asporto, essendo entrato da solo con il collega che lo aspettava fuori fumando. Pascal Venì che, ha l’ufficio a 150 metri dal bar, è stato fermato da una pattuglia mentre attraversava la strada. Ai due signori è stata notificata una multa di 400 euro, che potrebbe ridursi a 280 euro se pagata entro 5 giorni dalla sanzione. L’imprenditore ha dichiarato di voler presentare ricorso.
Dalla Polizia locale, Comune e Prefettura non sono arrivati commenti ma, da fonti vicine all’amministrazione comunale, sembra che la vicenda sia avvenuta in modo diverso da come è stata raccontata durante l’intervista a Telefriuli dalla proprietaria e dall’imprenditore. Secondo le fonti, è stato riscontrato che i due avventori si siano trattenuti all’interno del bar una ventina di minuti, una permanenza che ha convinto un cittadino a fare una segnalazione alla Centrale che ha inviato immediatamente una pattuglia.
La multa notificata al Signor Venì, riporta la violazione del divieto di spostamento non giustificato da esigenze lavorative o situazioni di necessità o salute. L’argomento ha innescato la reazione di Confartigianato che ha inviato una richiesta di chiarimento alla Prefettura. Ritengono che, poiché il DPCM, prevede la possibilità della ristorazione per asporto, debba “necessariamente” essere possibile il raggiungimento dei locali, ai quali è permesso dalla legge l’erogazione della somministrazione di alimenti e bevande, altrimenti non avrebbe senso mantenerli aperti.
In attesa di presentare ricorso il signor Venì l’ha presa con filosofia, nonostante la multa, il caffè se lo è bevuto con gran gusto.
Prendendo come esempio questa vicenda, è arrivato anche il commento del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, rivolgendo un invito a tutti gli operatori della sicurezza impegnati quotidianamente su strade e vie del Friuli-Venezia Giulia nella tutela dell’ordine pubblico. “Sì al rispetto delle regole, no agli sceriffi che, invece di proteggere i cittadini, finiscono col vessarli inutilmente, con il solo risultato di esacerbare animi già duramente provati dalle restrizioni alla libertà messe in atto in questa difficile fase di lotta al Covid”.
“Tutta la mia solidarietà – evidenzia Zanin – agli avventori multati e all’esercente che, giustamente, lamenta di non essere lasciato nelle condizioni di tenere aperta l’attività pur nel rispetto delle misure di contenimento. È ora di cambiare atteggiamento nel rapporto con cittadini che lavorano e pagano le tasse, garantendo la sopravvivenza della nostra società. Non si può vessarli ma si deve sostenerli, evitando prese di posizioni che possono apparire arroganti”.
“Nella stragrande maggioranza dei casi – prosegue il presidente – ci troviamo di fronte a personale di controllo che ha la giusta sensibilità nel rapportarsi con chi, comprensibilmente stordito da misure di prevenzione in continua evoluzione e cambiamento, affronta le proprie giornate con spirito di resilienza e senso di responsabilità. Ciò comporta che, per garantire una giusta applicazione delle normative anti-Covid, si deve poter comprendere e valutare le diverse situazioni contingenti: ecco perché – conclude Zanin – spetta ai vertici delle rispettive forze in campo impartire direttive corrette e, di pari passo, a chi è deputato a metterle in pratica è richiesto in primis il rispetto per i cittadini”.
[l.f]