18.03.2021-08.00 –Ieri nel pomeriggio a Pordenone, in presenza del Ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, è stato firmato un importante accordo tra la Regione, Confindustria del Friuli-Venezia Giulia, Cgil, Cisl e Uil con il supporto dell’associazione Medici cure primarie del Friuli occidentale e la Croce Rossa.
Saranno le imprese stesse a candidarsi per diventare sede delle vaccinazioni. L’avvio delle campagne di vaccinazione è, tuttavia, ancora da definire con precisione. Si stima di poter cominciare verso metà aprile ma, dipenderà dalla disponibilità delle dosi che saranno fornite dalla struttura commissariale nazionale, mentre i costi delle vaccinazioni saranno sostenuti direttamente degli imprenditori.
“L’accordo mette in atto un metodo già sperimentato con la campagna di tamponi rapidi in fabbrica”, ha spiegato il vicepresidente di Confindustria regionale Michelangelo Agrusti. Saranno vaccinati solo i lavoratori che, per volontà propria, aderiranno alla campagna. Le condizioni in cui verranno somministrati i vaccini avverranno nel rispetto della massina sicurezza garantita dai dettami del protocollo. Il documento sancisce le modalità per provvedere alla vaccinazione anti covid dei dipendenti che lavorano all’interno delle aziende presenti nel territorio regionale.
In presenza dei presidenti di Confindustria Fvg Giuseppe Bono, di quelli territoriali Alto Adriatico e Udine Michelangelo Agrusti e Anna Mareschi Danieli, dei rappresentanti sindacali, nonché del ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e del vicegovernatore della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi, Fedriga ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa siglata a Pordenone, che fa da apripista a livello nazionale.
Giuseppe Bono, presidente regionale di Confindustria e Amministratore Delegato di Fincantieri, è intervenuto da remoto chiedendo una minore burocrazia e una tutela penale anche per gli imprenditori che ospiteranno le somministrazioni. Il ministro Gelmini l’ha definita una richiesta sensata, sottolineando l’importanza di moltiplicare i punti vaccinali e ricordando che per far fronte allo stato di emergenza la fabbrica è uno snodo fondamentale.
“Questo accordo – ha detto il governatore – è un atto di estrema utilità poiché dimostra che esiste in questo momento una presa di responsabilità collettiva in cui ognuno mette da parte le legittime aspettative per dare il proprio contributo al fine di velocizzare il più possibile la campagna vaccinale. Questo patto dimostra come il Friuli Venezia Giulia si stia impegnando al massimo per farsi trovare pronto a combattere la grande battaglia sul fronte dell’approvvigionamento dei vaccini; adesso chiediamo che altrettanto facciano anche le istituzioni internazionali. Noi, anche con questo accordo siglato oggi, abbiamo schierato in prima linea le nostre truppe: le armi ce le abbiamo, ciò che ci servono ora sono quindi le munizioni, ossia le dosi, con le quali poter essere il più incisivi possibile per sconfiggere il nemico rappresentato dal virus. A ciò si associa poi il fattore “tempo”:
reperito il vaccino, in una pandemia bisogna velocizzare l’inoculazione per cercare di mettere al sicuro prima possibile le persone e quindi far ripartire al più presto l’economia”.
Su questo aspetto Fedriga ha evidenziato al ministro Gelmini l’apprezzamento per il cambio di passo compiuto dal Governo e dalla gestione commissariale sul fronte delle vaccinazioni. “Sono molto soddisfatto – ha detto il governatore – per il nuovo piano siglato dall’esecutivo nazionale e concordato con la Conferenza delle Regioni, perché così si è riusciti a superare una situazione che stava mettendo in crisi tutto il sistema territoriale. La scelta di destinare le inoculazioni alle fasce più deboli è certamente quella più corretta perché le persone più fragili sono quelle che rischiano di più e la loro mancata tutela poteva mettere a repentaglio anche i sistemi sanitari delle Regioni”.
[l.f]