27.02.2021 – 07:30 – Il Civico Museo Revoltella di Trieste, ieri, ha ricevuto in dono un’importante collezione di dipinti del celebre pittore triestino Dyalma Stultus. Il largitore? Selma, Marina e Nada, le tre figlie dell’artista. All’evento, ha presenziato anche l’istrionico critico d’arte e politico italiano Vittorio Sgarbi, il quale ha voluto ricordare l’importanza di Stultus nel panorama artistico giuliano della prima metà del ‘900. Il ferrarese, inoltre, ha voluto ricordare l’incontro fortuito con le tre sorelle Stultus, avvenuto alcuni anni or sono nel corso di una spensierata passeggiata lungo le rive del Fiume Arno, nel cuore capoluogo toscano; incontro dal quale nacque l’idea di impreziosire la collezione del “Revoltella” con questa decade di tele risalenti agli anni 30, 40 e 50 e che ben rappresentano le diverse fasi della carriera professionale dell’artista trascorsa tra Trieste, Venezia, Roma e Firenze.
“Il suo amore per la bellezza femminile, con i suoi dipinti di ‘mule’ statuarie e prosperose, spesso ispirate all’amante del Duce Margherita Sarfatti, ne hanno fatto un vero enfant prodige e un grande rappresentante del suo tempo” – ha dichiarato Sgarbi.
Oltre al critico, all’evento hanno preso parte l’Assessore alla Cultura, Sport e Turismo, Giorgio Rossi, la direttrice dei Civici Musei di Trieste, Laura Carlini Fanfogna, l’architetto Marianna Accerboni e, in videochiamata, le tre sorelle Stultus. Per l’occasione, Rossi ha annunciato che, nei prossimi mesi, su desiderio delle tre donne, sarà organizzata una mostra monografica dedicata interamente a Stultus, per dare il giusto risalto al personaggio e alla suddetta donazione.
Il commento della Direttrice dei Musei Civici di Trieste, Laura Carlini Fanfogna:
“Queste dieci tele permettono al Museo Revoltella di aggiungere un tassello importante alla collezione sul primo Novecento. Stultus è vicino ai maestri italiani, ma è frutto anche di quella commistione di più culture tipica di Trieste; innamorato della classicità e del Rinascimento e insieme attento alle radici e alle tradizioni locali, soprattutto agli usi delle popolazioni autoctone e del Carso che ha disegnato in chiave poetica. Mentre in Europa trionfava il nazionalismo, lui mescolava la tradizione italiana con le influenze rurali slave, per creare un’arte totalmente nuova.”
Il commento dell’Architetto Marianna Accerboni:
“Con un’infanzia difficile e senza padre, Stultus riuscì ad affermarsi raccogliendo la fiducia di personalità importanti come il principe di Torre e Tasso il quale gli commissionò l’arredo e la decorazione di parte del Castello di Duino e come la famiglia di Italo Svevo per la quale realizzò le scenografie utilizzate durante le feste organizzate presso Villa Veneziani”.
Dyalma Stultus:
Nato a Trieste il 31 Ottobre del 1901, da Ermina e Ralph Stultus, Dyalma a 17 anni si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, grazie ad una borsa di studio concessagli dal Comune di Trieste. Quattro anni dopo, nel 1922, organizzò la sua prima mostra personale presso la Galleria d’Arte Internazionale di Venezia presso Ca’Pesaro. Successivamente farà ritorno nella sua Città natale per poi recarsi a Firenze nella primavera del 1927 e a Roma, agli albori degli anni ’30, dove ebbe modo di conoscere illustri personalità del mondo dell’arte e di esporre le sue opere presso la Prima Quadriennale al Palazzo delle Esposizioni. In questi anni, poi, espose anche alla Biennale di Venezia ed organizzò mostre oltre oceano come quella di New York e di Baltimora. Nel 1941, si trasferì definitivamente a Firenze dove verrà assunto come insegnante presso alcuni istituti. Morirà nel 1977 a Dario, in Provincia di Brescia.